Lanzarote | Quello che c’è da sapere per un vacanza sulla luna

Avete presente i meme "come lo vedi su Shein, come ti arriva a casa"? Ecco, per me le Canarie sono state questo, ma in positivo. E non solo per me a quanto pare: tornate alla ribalta dopo cinquant’anni, cambiano volto "grazie" anche al covid. Oggi vi parlo della più lunare di tutte.

Oggetto di speculazione edilizia a partire dagli anni ’70 del secolo corso, le isole Canarie (alcune di più, altre meno) sono state per decenni meta prediletta di over 60 agiati alla ricerca della tintarella tutto l’anno, imprenditori in fuga dalla iper-tassazione italica e venti-trentenni alla scoperta dell’Eldorado fatto di chiringuito e poco lavoro.
Nulla da ridire, ma non era “il mio”.  
E così pensavo sarebbe sempre stato finché, passata la paura dei vari lockdown ma non ancora pronta a sorvolare l’oceano, sono salita su un aereo e, con nessuna aspettativa oltre il sole in inverno (hai detto poco!) e un’esperienza di vita in coliving, me ne sono andata a zonzo per le sette isole dei chakra (eh già perché Gran Canaria, Tenerife, Fuerteventura, Lanzarote, La Gomera, La Palma e El Hierro sono collegate ognuna a un chakra).
Immaginate la mia sorpresa quando (con qualche piccolo accorgimento per evitare le aree iper urbanizzate costruite da imprenditori tedeschi, inglesi e italiani) mi sono ritrovata in mezzo all’oceano, circondata dalla natura e da remote workers tra i 20 e i 40 in cerca (anche loro) di sole, onde da surf e buona connessione. Il tutto a prezzi abbordabili. 
Oggi, però, non è del nuovo mondo del lavoro a distanza e di qualità che vorrei parlarvi, bensì della più lunare di queste isole.

IL POTERE DI LANZAROTE
Il chakra a cui è collegata, sahaswrara (o “della corona”), è l’unico dei sette a essere posizionato al di fuori del corpo, sulla sommità del capo. Rappresentando il collegamento con la sfera spirituale e l’ascesa verso una maggiore consapevolezza interiore e di ciò che ci circonda, viene anche definito il chakra dell’autorealizzazione.
Ebbene, dopo aver vissuto sull’isola diversi mesi non posso dire altro che: sì, cazzo, se non ci aiuta lei in questo non saprei proprio quale altro luogo.
A causa della sua forte personalità – ammaliatrice e respingente, lunare e piena di vita, silenziosa e dai suoni intensi (di vento e mare) – ti costringe infatti a prendere posizione sulla tua, di vita.
Ma forse è il caso mi fermi qui con le elucubrazioni mindfullness-style e vi lasci alla lettura.
Sono le solite cose (dormire, mangiare, visitare, spiaggiarsi…), ma magari vi incuriosiscono e sarete voi a decidere, al ritorno, se l’avrete odiata o amata.
DOVE DORMIRE
L’isola offre prospettive e modi di vita molto diversi tra loro e sbagliare il luogo dove alloggiare rischia di rovinare il vostro soggiorno non solo a Lanzarote, ma in tutte le Canarie (soprattutto nelle quattro isole maggiori).
Per aiutarvi, provo ad associare ogni luogo a un mood. Come sempre, non ce ne sono di giusti o sbagliati, ma solo quelli che fanno per noi (e non è detto siano sempre gli stessi nel corso della vita). Ovviamente non ho inserito tutti ma proprio tutti i luoghi dove è possibile alloggiare, ché in fin dei conti less is more e un pò di scoperta spetta anche a voi!
– Alberghi/villeggiatura, ristoranti/pub, “non mi schiodo dal lettino tutta la settimana”: Puerto del Carmen, Costa Teguise, Playa Blanca
– Surf spot (e far west): Famara
– Borghetti di pescatori, ristorantini, mare e bellezza naturale: Arrieta e Punta Mujeres
– Cittadine storiche: Harìa, Teguise
– Vineyard view: Yaiza, Uga e zone limitrofe
– Quattro case e via, con ristorantini vista mare: El Golfo, Playa Quemada
– Villaggio nudisti: Charco de Palo
– City vibes: Arrecife
DOVE FARE IL BAGNO
A differenza di quanto ci si aspetterebbe a un primo sguardo, la lunare e nera Lanzarote ha anche spiagge di sabbia chiara.
ESTREMO SUD
Da fare come gita di un giorno (a meno che non dormiate a playa Blanca che è attaccata): parco naturale di Los Ajiaches, conosciuto come Punta Papagayo (sabbia dorata, di fronte Fuerteventura).
Raggiungibile con un emozionante sterrato di 6 km, che metterà alla prova le ruote della vostra auto a noleggio e i vostri bicipiti, il parco é composto di diverse spiagge (Papagayo, de la Cruz, Caleton del Cobre, Mujeres, Puerto Muelas, de la Cera). Per visitarle tutte, lasciate l’auto a Papagayo e iniziate da lì il vostro saliscendi tra deserto e acqua, fermandovi ogni tanto per un bagnetto. Dopo qualche ora i piedi forse ne risentiranno, ma gli occhi ve ne saranno grati.
Ingresso: 3 euro ad auto. Da portare: ombrellone (di quelli piccoli), acqua e qualcosa da mangiare se pensate di passarci tutto il giorno…e se sarete rimasti a zonzo fino al tramonto, concedetevi un cocktail o una birretta al chiringuito affacciato proprio su Playa Papagayo.
NORD
Dall’estremo sud passiamo al mare del nord e raggiungiamo Playa de los Caletones: tra sabbia dorata, pietra vulcanica e mare azzurrissimo, vi proteggerete dal vento grazie ai corralitos, muretti semicircolari, realizzati a secco, che troverete in diverse spiagge tra Lanzarote e Fuerteventura e che vengono utilizzati anche per proteggere vigne e piante da frutto nella parte dell’isola adibita alla coltivazione. (Spoiler: è la mia spiaggia preferita!)
Sempre a nord un altro classico degli amanti dell’isola: le piscine naturali di Punta Mujeres. Vere e proprie piscine realizzate grazie a frangiflutti in pietra viva a cui accedere con gradinate che lentamente degradano nell’acqua blu o con scalette adagiate sulle rocce.
Se vi piace l’idea della cara vecchia spiaggia, nel paesino vicino, Arrieta, troverete quello che fa per voi: sabbia, un ristorante di pesce super allegro, un baretto all’ombra dei pochi alberi della zona e un parcheggio in sterrato con i van dei surfisti parcheggiati in attesa della prossima onda.

PIAGGE ATTREZZATE
Avete bimbi piccoli e preferite spiagge con meno vento? Cercate i servizi tipici della nostra amata riviera romagnola? Allora non ci sono dubbi, Puerto del Carmen fa per voi. Qui non c’è che da scegliere, le spiagge più famose dell’isola (anche perchè meno ventilate, con più servizi e facilmente raggiungibili) sono qui: Playa Grande, Playa Chica, Los Pocillos, Matagorda. 
Vibes simili, ma con meno carattere dal punto di vista architettonico e naturalistico, le potere trovare a Costa Teguise, storica zona turistica a nord di Arrecife. Avendola frequentata poco ve ne segnalo tre: Playa de la Chucharas, Playa Bastian e Playa de los Charcos, ma so che in zona ce ne sono diverse altre da scoprire. 

ALTRE ESPERIENZE
Avete sempre sognato di guardare gli aerei che passano sulle vostre teste mentre siete comodamente sdraiati in spiaggia? Playa Lima esaudirà questo desiderio. 
Il naturismo è il vostro stile di vita? Charco de Palo, la sua splendida piscina naturale chiamata Colosseo e l’agglomerato di ville tra le più belli di Lanzarote vi aspettano. Mi raccomando però: lì si gira nudi anche per andare all’ATM.
Vi piacciono le spiagge nere? Quelle che solo in Islanda? La spiaggia di El Golfo vicina al Lago Verde e quella di Playa Quemada raggiungibile con un facile trekking di una mezz’oretta sono quanto di meglio posso suggerirvi.
Siete in centro città, è luglio, fa caldo e avete voglia di un tuffo nell’oceano? Nessun problema! C’è una spiaggia di sabbia dorata anche in pieno centro, ad Arrecife. 

PER SURFISTI, E NON SOLO
Con il cambio generazionale e grazie alla crescita di remote worker, nuove ondate di surfisti stanno popolando le Isole Canarie e Lanzarote non si tira indietro. Meno conosciuta da questo punto di vista della vicinissima Fuerteventura e della sorella più grande Tenerife, presenta un’occasione unica per imparare a salire sulla tavola: i 6 km di spiaggia dorata di Famara, il surf spot più famoso dell’isola dove anche i principianti possono avvicinarsi a questo sport.
Che si sia alla ricerca di surf houses all inclusive (letto e lezioni due volte al giorno), di camerate in ostello da condividere con altri surfisti e aspiranti tali, o di appartamenti tutti per sé, una cosa è certa: se non vi piace l’atmosfera da avocado toast, capelli bruciati dal sole e strade sterrate che neanche il far west, questo posto non ve lo consiglio.
Ma se vi piace iniziare presto le vostre giornate (come gli abitanti dei van parcheggiati al limitare della spiaggia) e proseguirle lentamente (guardando o surfando poco importa, è il mood che conta) fino al tramonto, quando sarete finalmente pronti per il vostro bbq e qualche cerveza…che aspettate?
Non è solo un tema di mood, siete già “pro” nella disciplina? Allora potete osare anche le onde della vicina La Santa (dove tra novembre e dicembre si tiene una competizione che è uno spettacolo per gli occhi) e quelle meno frequentate di Arrieta o Orzola.
COSA VISITARE
ARCHITETTURA | Uno dei motivi che ha reso famosa Lanzarote è il suo essersi preservata dai grandi abusi edilizi, e questo grazie alla caparbietà di un architetto che ha convinto le giunte comunali a rigide leggi su altezza, colori ed edificabilità: Cesar Manrique. Non potete quindi venire sull’isola senza visitare la Fondaciòn a lui dedicata (che vi permetterà di entrare nel vivo del suo pensiero e del suo stile di vita), la Casa Museo ad Harìa (città simbolo del suo pensiero) e uno dei suoi più begli esperimenti architettonici: Lagomar. Situata nell’agglomerato urbano di Nazaret, questa casa incastonata tra i resti di lava vulcanica, fece innamorare di se Omar Sharif che nel 1973 la acquistò per poi perderla al gioco qualche ora più tardi. Oggi si può visitare di giorno come museo o frequentare di notte per un cocktail o una cena in grotta.
MERCATI | Per gli appassionati del genere, ma non solo, la domenica a Teguise si svolge il più grande mercato delle Canarie. L’elegante e sonnolenta cittadina si riempie di vita con un ordinatissimo agglomerato di stand (neanche a dirlo: anche loro bianchi) a ridosso delle mura mentre le boutique degli artigiani si riempiono di colori (dai manufatti in lana cardata, ai cappelli di paglia, alle sculture in ferro battuto…) e vicoli e piazzette diventano palcoscenico di cantanti e artisti di strada.

Per chi invece predilige mercatini più piccoli, non posso che consigliare di recarsi il sabato ad Harìa. Lungo il suo splendido viale alberato troverete artigiani locali, un paio di caffè e (sorpresa delle sorprese) un paio di fruttivendoli (vero e proprio oro per chi sull’isola ci trascorre mesi di seguito come me).
PUNTI PANORAMICI | Ve ne suggerisco tre. 1) Mirador del Río apre una vista unica sulla vicina isola de La Graciosa. Qui avete tre possibilità: entrare nel centro visitatori e prendere un caffè guardando l’incredibile distesa di sabbia dorata che si erge da mare (neanche a dirlo, il centro visitatori è un’opera di Manrique), goderne dall’esterno e sentire il vento sulla pelle, fare un trekking in zona e raggiungere la selvaggia e sempre poco visitata spiaggia bianca di Playa del RIsco. Se optate per quest’ultima: attenzione, la salita è impegnativa e le scarpe chiuse sono indispensabili. 2) La vecchia strada che porta da Teguise ad Harìa vi darà quell’emozione che solo i percorsi di montagna, tra curve a gomito, tornanti e gole scavate nella pietra vulcanica. Non è un caso che, percorrendola, costeggerete l’osservatorio astronomico e un altro dei più bei punti panoramici dell’isola (con poca immaginazione, confesso, chiamato Mirador de Harìa) che vi aprirà lo sguardo sulla valle cittadina e il suo incredibile palmeto che tanto mi ricorda alcuni villaggi della Colombia. 3) Alle porte della cittadina di Teguise (l’antica capitale dell’isola) si erge il Castillo di Santa Barbara. Riaperto ai visitatori nel 2023, visitabile gratuitamente e con offerta volontaria, presenta al suo interno un museo della pirateria dimenticabile, ma la vista a 360° sull’isola vi farà ringraziare di averlo raggiunto. Che poi, è davvero a soli tre minuti dalla città. Non farlo è da sciocchi.

…E ANCORA…
PARCO DI TIMANFAYA | Da attraversare con una visita guidata di 40 minuti in bus e audio guida in spagnolo/inglese che vi racconterà i dettagli dell’ultima eruzione. Non è visitabile a piedi per motivi di sicurezza, e ve ne accorgerete appena giunti al centro visitatori: con i fumi caldi provenienti dal suolo ci si cuoce il pollo più spettacolare di sempre.
JARDIN DE CACTUS| Non ne avete abbastanza di piante grasse, aloe e deserto? In questo giardino su cui campeggia la riproduzione di un vecchio mulino troverete la più grande varietà di cactus che potete immaginare, alcuni introvabili nel resto del mondo. Serve vi dica chi lo ha progettato?
SALINE DEL JANUBIO, LOS HERVIDEROS e CHARCO DE LOS CLICOS | Prima di una cena a El Golfo, ora che siete da questa parte dell’isola, non potete perdervi questi tre spot. Che si tratti di un passaggio veloce o di ore di contemplazione, di sicuro ne sarà valsa la pena. Sulle saline non mi dilungo, e non perché non meritino, ma perché sono certa che a molti di noi sia già capitato di visitarne e non serve dire quanto sia suggestivo un tramonto sui mille colori pastello che solo acqua e sale sanno dipingere. Los Hervideros, invece, è una scogliera battuta dai venti, ricca di insenature e grotte, e percorsa da un sentiero (neanche a dirlo in pietra vulcanica) nel quale perdersi ascoltando il suono del mare e ammirando la sua forza. Charco de los Clicos, più conosciuto come charco verde, è un lago formatosi nel cratere di un antico vulcano e deve il suo colore a un tipo di alghe che cresce al suo interno. Dopo le eruzioni del 1730, il cratere del vulcano si allagò, formando così la laguna verde, ancora oggi collegata attraverso il sottosuolo con l’oceano che tiene vive le sue acque. Una curiosità su questo lago? La scena finale di Abbracci spezzati di Almodovar è girata proprio qui.
…PER FINIRE, SENZA FINIRE
JAMEOS DE AGUA | Ancora lui, Cesar Manrique, ha costruito un lago artificiale a cui si accede da una grotta all’interno della quale vi potrete sbizzarrire alla ricerca dei piccoli granchi che la abitano. Suggestiva l’ambientazione quasi caraibica, con il fondale bianco del lago, la grande palma e le rocce in lontananza. Devo dire che, per il suo essere un pò pò troppo patinato e artificiale, non è tra i miei luoghi preferiti dell’isola. Ma non si può non segnalarlo.
LA GERIA| Non potete, assolutamente non potete, andare via dall’isola senza aver almeno attraversato in auto questa zona. Godrete di un panorama unico al mondo, dove la collaborazione tra uomo e natura (che, insieme, sono riusciti a far crescere interi vigneti battuti dal vento, a quindici centimetri dal suolo, tra deserti e vulcani) va oltre ogni immaginazione. Per le visite alle cantine ricordatevi di prenotare, io consiglio quella di El Grifo ma se siete di passaggio potete anche solo fermarvi per un calice alla Bodega Rubicon o la Geria. Se invece volete fermarmi per pranzo, beh prenotare da Bodega Uga è un’eseprienza.
IN AUTO| C’è una cosa che vi porterà sulla luna più di tutte, percorrere quest’isola in auto. Ritrovarvi all’improvviso nella ciudad estratrificada o a las Grietas (cercatele su googlemap e non ve ne pentirete!)…ma ora davvero meglio mi fermi qui, che altrimenti non avrete proprio nulla da scoprire!

Prima di lasciarvi, qualche parola sul cibo anche se su questo sono di parte: quando sono su la Isla mangerei solo nelle mie amate cofradias di pescado. Niente tovaglia, tavolini bianchi e sedie blu.
Ma visto che io ho un mio menù fisso (puntillas, sogliola oceanica, papas arrugadas e immancabili pimientos) che magari neanche vi piace, eviterò di farvi nomi e vi darò qualche suggerimento su cosa trovare dove.
Puerto del Carmen e Puerto Calero: cucina internazionale, dall’indiano al pub irlandese al giapponese. Avete nostalgia di pizza? Qui ne troverete di ottime.
Arrieta, El Golfo e Playa Quemada: pesce pesce e ancora pesce. 
Arrecife: potete scegliere tra i ristoranti di pesce a El Charco, bar internazionali alla marina nuova, ristorantini dal gusto della terraferma in centro vicino alla parrocchia di San Ginès.
Vi lascio con un’idea di quali sono i piatti tipici dell’isola: lapas alla griglia con salsa mojo, formaggio di capra fritto con marmellata di cactus, pesci di ogni tipo, zuppe di ceci con polpo…ma, soprattutto, importantissimo pasteggiare con i vini locali prodotti nell’area de La Geria e terminare con un buon barraquito o con un bienmesabe.

Insomma, non vi resta che prenotare un aereo.

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